Anni di piombo, anni di paillettes.

Music from a country on the verge of a nervous breakdown.

[television:] The Great Complotto, “Mister Fantasy” (1981)

with 12 comments

Here’s a tiny excerpt from the 18-minute tv special dedicated to the Great Complotto by Mister Fantasy, a tv show pioneering post-modern aestethic and the fine art of music videos in Italian television when “MTV” was just a meaningless abbreviation to us, hosted by Carlo Massarini and broadcasted by RAI from 1981 to 1984.

The bearded guy you may see opening the door of the Complotto’s “General bureau” at the beginning of the clip, just to disclose the movement’s general staff frozen in funny poses, and then closing it back, is a young Roberto D’Agostino, now a well-known journalist and gossip guru, owner of the popular yet dreaded Dagospia website.

The song is “Stimolation” by Fhedolts.

Written by alteralter

April 16, 2009 at 6:40 pm

12 Responses

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  1. Da analista urbano quale sono mi sono sempre chiesto: “ma perchè quel genere di Punk si sviluppò proprio in una città come Pordenone?”
    Perchè proprio lì? Cosa aveva questa città di tanto magico perchè un movimento si sviluppasse là, e non altrove?
    Potete aiutarmi?
    JJ

    JJ JOHN

    April 17, 2009 at 2:30 pm

  2. bella domanda, john. come di certo sai viene spesso tirata in ballo la presenza della base usa di aviano come opportunità di contatto con le novità musicali in anteprima rispetto al resto d’italia, ma non credo che l’unicità del great complotto possa essere compresa a partire da questo dato.

    tu che idea ti sei fatto?

    alteralter

    April 17, 2009 at 4:31 pm

  3. Guarda, sto scrivendo proprio ora un libro sull’interazione tra metropoli e movimenti musicali (che so: “perchè il Punk nacque nella Bowery Street a New York”?”).
    Concettualmente è il prosieguo della mia “Luna sotto casa” (Shake Edizioni, 2007).
    L’idea base è che i grandi movimenti creativi nascono là dove coesistono allo stesso tempo “conflitto” e “interazione sociale” e dove il tessuto urbano si è sviluppato in modo tale da sintetizzarne tutte le complesse eredità del suo passato. Questo in parole povere.
    Pordenone proprio non la conosco, ma sicuramente, scavando a fondo nella sua storia e ascoltando le testimonianze dei protagonisti, credo che una risposta in questo senso la si potrebbe dare.
    Quella del contrasto con le basi USA è una risposta ma credo ci fosse di più. Quella città doveva in qualche modo essere il “fulcro” materiale e “desiderante” di qualcosa di più ampio.
    C’è qualcuno che è disposto a darmi una mano?

    JJ JOHN

    April 20, 2009 at 4:20 pm

  4. neppure io conosco bene pordenone. frammenti d’epoca la descrivono come una città decisamente benestante e benpensante, ma allo stesso tempo come l’avamposto nel nordest della cultura freak (parole di re nudo, sembra). alcuni aspetti soprattutto interessanti del complotto mi sembrano la sua rivolta iperconformista, quasi una reazione impolitica a entrambe queste dimensioni, la parossistica esaltazione del territorio e dei suoi costumi che finisce per ribaltarne i presupposti (qualcosa che lo accomuna all’abortito “balnear style” di mickey and the mouses), il modernismo isterico e psicotico (energia atomica, ossessione per gli organigrammi, planimetrie immaginarie ultrageometriche e belissime) che rimanda più ai devo che al punk britannico. ma tutto ciò non si avvicina nemmeno a rispondere alla tua domanda.

    forse il nostro amico renato q. che ha scritto su maolucci potrebbe avere qualcosa da aggiungere.

    alteralter

    April 20, 2009 at 11:14 pm

  5. Neppure io conosco Pordenone. Sono incuriosito dal modo “urbano” con cui John imposta la questione perché istintivamente ne farei più una questione di provincia. Ho sempre pensato (ma è sicuramente un luogo comune e ora mi convincerete del contrario) che le cose più vitali del rock italiano siano quasi sempre venute dalla provincia, intesa come luogo geografico e anche come condizione dello spirito, e che le grandi città in fondo abbiano contribuito relativamente poco alla causa. Del resto cosa c’è di più definitivamente e deliziosamente provinciale del prendere i soldi di papà per fare un viaggio a Londra e dimostrare di essere più punk dei veri punk, per poi documentare il tutto su disco qualche anno dopo (una vera e propria cartolina sonora, che fa il paio con la cartolina di Pordenone schiaffata in copertina)?

    Come vedete neppure io ho molto di risolutivo da dire…

    renatoq

    April 21, 2009 at 12:49 am

  6. La provincia in sè è un luogo che io definisco “desiderante”.
    Se ci fate caso, in essa risiede maggiormente la cultura Beat dell'”attrazione” verso i poli più importanti ma, non essendovi nè la conflittualità nè l’interscambio proprio delle metropoli, produce delle situazioni “a se stanti” che spesso si rivelano molto originali.
    Queste reinterpretazioni, stanno di solito a metà tra la “solitudine” e “desiderio di globalizzazione” del proprio “genius loci” (un po’ come il fenomeno politico delle “Leghe”, insomma) che quindi le porta ad essere sia esclusive che in parte esportabili.
    A mio avviso, questo è un buon punto di partenza per iniziare a ragionare.

    JJ John

    April 22, 2009 at 8:30 am

  7. Ciao a Tutti !!
    Apro un nuovo blog musicale , solo italiani , belli e brutti ,pop ed indie , ciofeche e non , solo per il gusto della musica , ho preso tanto dalla rete , adesso provo nel dare qualcosa !!!
    Non sono ancora pratico , perciò sarà tutto lento !!
    Guardatelo !!

    http://www.pinzillaccheremusicali.blogspot.com/

    Cristho

    April 22, 2009 at 8:44 am

  8. john: condivido pienamente ed è senz’altro un ottimo punto di partenza, ma senza informazioni storiche e sociologiche sulla città rischiamo di di non allontanarcene molto. che so, magari la pordenone dei tardi anni settanta assomigliava alla cleveland di metà decennio…

    cristho: bella notizia! auguri e sostegno dall’altritalia. mi aspetto presto il giardino dei semplici…

    alteralter

    April 22, 2009 at 3:40 pm

  9. alteralter : Grazie per gli auguri !!!

    Cristho

    April 23, 2009 at 6:20 pm

  10. Un post che cita Bruno Martino (idolo mio e della mia famiglia) non può che avere tutto il mio più pieno appoggio. Linkiamoci alla grande!

    PS: una sola nota, okkio al link a Faust’o ch,e se se ne accorge, ti spakka il kuletto.

    JJ JOHN

    April 23, 2009 at 6:48 pm

  11. 😀

    alteralter

    April 23, 2009 at 7:13 pm

  12. […] for a start, here is a rare and uexpectedly resurfaced footage originally from the tv show Mister Fantasy featuring “Marco e Monica” by Flavio Giurato, an excerpt from his Marco Polo album […]


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